cosa succede tra abaco e zuzzurellone? aba-zuz lo sa o forse solo se lo immagina? e comunque te lo dice un po' alla volta.
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domenica 25 aprile 2010

ARRESTO E FUGA DI SOSPETTO

La ricerca storica si nutre anche di casi fortunati, come per il ritrovamento del documento che presentiamo in questo capitolo: durante il riordino dell’archivio della Benemerita, l’appuntato Pestalozzi Bartolomeo si trova tra le mani un ingiallito documento ma capisce immediatamente che non si tratta di un verbale qualsiasi, bensì di quel verbale, nel quale due Carabinieri descrivono con dovizia di particolari l’arresto e la fuga del burattino dopo la zuffa sulla spiaggia a colpi di libri.

Nda: è bene ricordare che l’appuntato Pestalozzi Bartolomeo leggeva in quei giorni ai propri figli, Eustachio di anni 7 e Onofrio di anni 9, Le Avventure di Pinocchio, proprio come suo padre fece con lui bambino.

Estratto da Pinocchio e la Verità della Scienza di Ingeborg Tänte & Gonçalo Ramone

sabato 17 aprile 2010

GLI ASSASSINI NELLA GAZZETTA


Il Lorenzini non fu solamente autore di formidabili storie per fanciulli, fu anche un giornalista dalla penna sagace per la Gazzetta d’Italia.
È certamente nelle pagine di nera della Gazzetta che potè leggere questo articolo – di cui proponiamo il titolo – in cui si narravano le torbide imprese di una coppia di imprendibili Assassini.
Il pezzo, apparso sulla Gazzetta del 19 ottobre del 1876, è annoverato sin dai primi studi (Giannozzo, Veridica storia di Polendina, Bergamo 1914; Solerzi, Pinocchio il Proletario, Livorno 1922) tra le più salde fonti Collodiane.

Nda: l’articolo si può leggere per intero e gratuitamente consultando lo straordinario archivio dell’Emeroteca Nazionale di Roma, diretto con sapienza e passione dalla Prof.ssa Edith Steinegge, che conserva copia originale di tutta la stampa apparsa in Italia sin dal 1789.

Estratto da Pinocchio e la Verità della Scienza di Ingeborg Tänte & Gonçalo Ramone

giovedì 15 aprile 2010

EI FU (siccome è morto)

Pomponio Facco era un uomo di natura eccezionale non solo per l'ingegno e l'ardita intrapredenza ma anche per la particolarità di essere dotato in vita di una fascia adiposa simile a un salvagente del Titanic. A nulla erano valsi i numerosi tentativi compiuti con i più svariati rimedi naturali (applicazione di estratto di cresta di gallo, guaina di cogno e muco, clistere di rognone marcito e finanche placche genitali) per asciugare il cuscinetto adiposo.
Taciturno e solitario ma pieno di idee futuristiche, Pomponio s'inventò allora un ardito congegno che prometteva, tramite un ben localizzato sfregamento, di ridurre progressivamente l'ingombrante rotolo di grasso. La stupefacente creazione una volta terminata fu orgogliosamente battezzata dal suo artefice Vibronio massaggiante.
Trattavasi di una fascia in cuoio dello spessore di due dita lunga a sufficienza per cingere completamente, come un anello, il tremolante strato di grasso del soggetto che l'utilizzava, in questo caso Pomponio stesso. La fascia era agganciata a delle catene a loro volta assicurate a un martinetto. Tale martinetto produceva un frenetico movimento ondulatorio che veniva trasmesso alle catene e infine all'anello di cuoio che sfregava vigorosamente sul grasso in eccesso producendo un benefico calore facendone così evaporare le venefiche essenze. Il movimento del martinetto era dato da una speciale macchina a vapore del peso approssimativo di 8 tonnellate, alimentata da una fornace che consumava la bellezza di 90 kg di carbone per ogni mezz'ora di funzionamento ed era capace di sviluppare una pressione in grado di far muovere un natante di medie dimensioni.
La mattina del collaudo Pomponio Facco si mise fiduciosamente all'opera e dopo una buona e abbondante colazione, indossando solamente un succinto paio di mutandoni di flanella, si introdusse nell'anello di cuoio e agganciatolo alle catene diede potenza e azionò il suo avveniristico Vibronio massaggiante.
Il destino infausto però ci mise lo zampino. Anzi, per essere corretti, lo zampino ce lo mise il signor Eustachio, il gatto di casa, che, incuriosito da quello stravagante e sbuffante congegno, s'arrampicò sulle manopole atte a governare l'erogazione della potenza di sfregamento.
La potenza, prudentemente regolata sul livello minimo, passò in un istante a quello massimo e il povero Pomponio si trovò a dover subire un massaggio capace di muovere un natante di medie dimensioni.
È facile immaginare che il malcapitato inventore, per quanto protetto dal rotolo di trippa, non sopportò il rollio ad alta intensità della cinghia saldamente assicurata alla sua pancia. Pomponio Facco fu tagliato in due perfetti tronconi prima che potesse pronunciare completamente la parola aaaaaaaaaaaaah.
Il signor Eustachio visse per altri cinque anni, morì congelato.

lunedì 12 aprile 2010

UNA CERTA POLVERINA BIANCA

Una certa polverina bianca sciolta in un mezzo bicchier d’acqua: basta questa semplice, sebbene un po’ amarognola, medicina alla buona Fata Turchina per sanare l’infermo Pinocchio e rimetterlo subito in sesto dopo il grave trauma dell’impiccagione.
Sono occorsi anni di ricerca ed innumerevoli tentativi per replicare una medicina altrettanto efficace; è notizia di questi giorni che l’industria farmaceutica Bo.Da ha finalmente sintetizzato un farmaco chiamato, in omaggio alla sua prima sperimentatrice, Pasticca della Fata™.
La pasticca ha le proprietà dell’acido Ellagico – di cui è dimostrata un’azione antiossidante paragonabile a quella dell’idrossianisiolo butilato (BHT), d’inibizione dei danni da perossidazione lipidica indotta dai radicali liberi e di disattivazione dei metaboliti reattivi della carcinogenesi – con in più le proprietà corroboranti e psicoattive, già note ai tempi della Fata dai capelli turchini, dell’acido tout-court.

Nda: malgrado le dimostrate proprietà terapeutiche e le scarse controindicazioni nel nostro paese la Pasticca della Fata™ non ha ancora ricevuto autorizzazione alla vendita dal Ministero competente; per il momento si può quindi acquistare solamente in Olanda, Giamaica e all’esterno di alcuni locali notturni della riviera romagnola.

Estratto da Pinocchio e la Verità della Scienza di Ingeborg Tänte & Gonçalo Ramone